lunedì 30 novembre 2009

Après le test....

Procedo nell'apprendimento delle lingue ma non è per niente facile, delle volte ti chiedi come sia nata quest'atmosfera di fucina (creativa o meno) in cui gente di paesi diversi insegnano ed apprendono gli uni dagli altri in una specie di drammatizzazione, o di patto tacito, per cui in quell'ora si pensa e si parla e si risponde in quella lingua.
è, in quel momento soltanto, un linguaggio segreto, con tutti i lussi che dà la segretezza.
Non so se vorrei anch'io partecipare a questa drammatizzazione dalla parte di chi insegna, di chi, essendo vissuto per tempo tot. in quel paese può considerarsi "bilingua", di chi sa le strutture grammaticali, le modalità e le tecniche di apprendimento (o almeno dovrebbe saperle).
Conservare il tuo ruolo di chi "insegna" pur sapendo che sei anche tu lì per imparare, imparare sempre di più, in modo più profondo, come direi io.
Così suona molto esaltante, eppure...Mi piacerebbe? Dovrei contare errore ogni sbaglio grammaticale senza premiare la grazia, la fantasia, la buona volontà, ma solo gli errori, quelli sottolineati.
Dovrei dare un voto, cosa di per sé che non mi sconcerta più molto, ma dentro di me gli amleti si vanno moltiplicando sempre.
Persona---numero
numero---media
media---persona

oppure

livello apprendimento lingue---numero
numero---media
media---?

Alla persona tuttavia si ritorna. Ma come, seguendo il secondo "grafico" (ovvero sputacchio di riflessioni mentali)?

Aiuto non ci capisco più niente.

Inoltre la convenzione obbligatoria con il consiglio di facoltà, con lo spazio dell'università, con i fondi statali e privati, e non so cos'altro, che palle.

Non non mi piacerebbe, alla fin fine.
Sono solo una sognatrice.

Tornando allo svincolo precedente: anche quando siamo in terra straniera, della quale abbiamo "imparato ad imparare" la lingua, stiamo fingendo. Stiamo facendo teatro. Dov'è finito il nostro pensiero? La stessa fine che fa quando lo permutiamo su carta.
Mammamia che parole, uso. Che bello, questo mistero.