venerdì 20 agosto 2010

Mio padre

Mio padre è il vento
ogni pioggia che cade
a lui si deve
ogni pianto che cola nelle orecchie
e non fa niente.
Mio padre è la poesia
che canta il collo di mia madre
mentre dorme e conta
i suoi polsi di lavanda
e li separa con
un gesto estivo
senza dire una parola.
Mio padre è il sogno
colui che mi ha generato
e che non mi ama più
tanto da farmi
credere alla realtà.
Cattiveria! Distruzione! Repulsione!
Tutto potevi farmi, ma non questo.

mercoledì 18 agosto 2010

Storia di un saggista imbarazzato 21 luglio 2008

Seduto nel luogo più fresco della casa, sempre comunque non abbastanza fresco, questo esemplare tira fuori dalla borsa verde prima tutti i libri, vi si può trovare: "L'uomo senza qualità" di Musil, l'Opera completa di Carmelo Bene, qualcosa di essenziale, Nietzsche, "Il teatro di regia" di Artioli, un saggio di tanto tempo fa su Brecht, altri libri. L'esemplare non sa di essere sotto l'occhio scrutatore di un'osservatrice, di essere proprio il protagonista. Ma forse sì.
Il suo rito prosegue nonappena allunga un po' le gambe e le appoggia al muro.
Un posa quasi surreale. Sarà comoda?
Guarda il mio "Alla ricerca del tempo perduto" nonappena si prende una pausa, ne commenta il commentatore, ne guarda le note comincia ad aprirlo a caso, come fa sempre con i libri.
Lo poggia, ritornando a sé.
Spalanca il suo Mac bianco senza trascurare sotto i baffi un filo di lussuria.
Predispone tutte bene le sezioni i titoli i paragrafi, ben spaziosi. Ancora non ben connessi tra di loro. Si blocca, lascia un po' di spazio, pensa.
E' in questo lasso di tempo che cerco di capire cosa pensa. Non riesco. Ma il punto importante lo conosco, ne abbiamo parlato, a volte, ne fa una questione di tutta la sua vita. Altrimenti non riuscirebbe a scriverne.
Prende un libro, si mette a leggere intensamente. Oggi non lavorerà davvero, prima di tutto per l'imbarazzo della mia presenza, poi perché l'ho chiamato prima al telefono, così lui ha dovuto interrompere il suo flusso di pensieri. Ora la sua testa è massacrata da mille altri pensieri, mille altre situazioni, non sarà più come prima che io lo chiamassi.
Non è il lavoro affamato e incessante della notte con la sigaretta alla finestra e solo il fumo con cui dialogare.
Non mi sento in colpa di aver interrotto il flusso creativo, e d'altra parte non credo lui me ne voglia.
La donna è un'interruzione per natura, per questo è necessaria e, credo, anche per l'ispirazione.
Ma è svogliato, osserva il calar del sole sui palazzi, ma ha ancora il desiderio di continuare. Legge, scrive qualche traccia con un po' di malinconica freddezza.
Ciò che ha scritto è profondamente interessante.
"Il respiro" dice finalmente, guardandomi.
"Cosa?"
"Il respiro." Intendendo che sentiva il mio respiro sempre più divenire regolare, come quando, dice, mi riposo.
Gli piace farmi notare queste cose e lo fa con una sorta di stupore/non stupore, sorseggiandomi un po' a prima vista.
Ora riprende a scrivere. Non penso più di disturbare il suo lavoro.
Forse ormai si è abituato all'idea di me.
Riprendo a leggere la Recherche, pensando al capolavoro di una pagina bianca.

giovedì 12 agosto 2010

lunedì 2 agosto 2010

Ad Aspra

Ad Aspra il mare fischia e spazza

Sotto il vento ancora una ragazza

Era movimentata di capricci

E la sua nonna che cullava i ricci

Su un setaccio simile alla culla

E tutto ciò che il tempo ci raffuglia.

È ritornato, è soffiato,

è raffiorato.