domenica 22 luglio 2012

Ode agli amici siciliani

Ode agli amici che sono riuniti
Staccati un soffio dalla penisola
Che al sole patrio seccano i visi
Che si riscaldano senza temere
Dalla putredine dei giorni lisi
Nelle città del nord che lontane
Son così tanto dai paradisi.
Si rifocillano lor, coi sorrisi
Di prosperose mamme malsane
A tempo debito sciolgono i cuori
Dentro una zuppa d'oro vibrante:
Il loro mar slanciato e inquietante.
Ode alle menti che si consolano
Dalla mancanza di me poetessa
Con fantasia ad insultarsi tra loro
Del "testa di minchia" o della "frocetta"
Che danno ascolto alle loro sirene
Che si vergognan davanti a una donna
O leggon libri scritti in provenzale
Poi fan la lotta sporcati di sale.
Di nuovo li sento e li comparo
A ciò che qui da sempre imparo
Alle persone così distaccate
Delle mie parti, mi viene bene
Sognarti, Bella Sicilia,
Pur se non mia, mai mia,
Cullali bene gli amici lontani.
Gli unici saggi, pei quali
Scambiandosi baci e un abbraccio
(Non delle semplici strette di mani)
Ed uno sguardo con i duri padri
Vale la pena arrivare a domani.
Spezza il contagio dei tuoi richiami
Libera ancora in settembre i tuoi sciami
Ai tuoi poeti d'amore dai libera uscita
Per migliorare a noialtri stitici
Il verseggiare assetato di vita.

sabato 21 luglio 2012

Ma dove vai?

Dove finisce la pista ciclabile?
Forse in un posto dove per te è più semplice andare.
Forse si gira e si immerge nel mare
Alcuni la guardano, altri la percorrono, io
La sogno.
Perché tutti i giorni fare avanti e indietro
Dov'è il segreto dell'onde, del quale abusiamo?
Oggi sto qui, oggi vacanza è il passato
Mi accuccio d'un gesto sul prato
E attendo che qualcuno arrivi.
E se non arriva nessuno, è normale
Che il presente mi schivi
A me che recupero il sale dalle dita
La mia pista ciclabile è sempre finita verso casa,
Al ritorno.
Il contorno di traiettorie esotiche
Non lo è mai stata.
E allora se ti cerco
Come un sasso ritorni qui dentro.

martedì 17 luglio 2012

Nuove poesie per nuove dolci condanne

Di vino ne bevo mezz'oncia,
Poi malinconica, sconcia e malconcia
M'assiedo.
Come una forma conica
M'accorgo al sole
Di quella brezza fonica
E spezzo con precisione
Un pezzo di schiacciata all'uva.

Già si è macchiata la carta
Già le parole, cucciole, logore, sole, son rosa.
Mi schiaccia già il sangue la posa
La notte, ridendo, s'abbuia
E' l'una! E' l'uva!
Mi cola sul dito di smalto
Mi sento scolpita in basalto
Mi sento lontana.
Soltanto la carta si è accorta:

La luna in silenzio s'è morta
Nel lago di grilli vestito.
Corteggia una nuvola arcana.


***
Cecilia ed Hermes

Dunque il contagio
Dava uno strano disagio
(Alle madri)
Perché la Cecilia tranquilla
Non le importava dell'herpes
Presa là in mezzo ai cespugli
dall'Hermes.

Vedendo gli strani garbugli
Le madri nemiche integerrime
Dicevan che l'una era troia che
L'altro era scemo
Ma non gli passava la noia.

E dal macellar' Nicodèmo
Erano inver nervosissime.
Quando le madri nemiche
Con sottobraccio i figliuoli
Scorgono occhiate lubriche
Tra i due colpevoli poli
Tirano strette le fiche
Corrono subito fuori.

Io penso a quelle politiche
Che si dan screzi a vicenda
Che malgrado dispute antiche
Portano la stessa benda.
E sotto gli epiteti scaltri
Son fatti gli uni per gli altri.


***

Elogio del vecchio

Viva la vecchiaia!
Viva quel dolce odore
Di morte e quello strano candore
Delle pelli sorte.
Viva il buono dolore
Di chi ha già vissuto
Viva lo sputo
Di mille decenni di fumo
Ed il consumo
Le ossa come il pancarré.
Viva le macchie, colore del tè
Evviva curvarsi.
Viva arrestarsi
E vedersi vecchi davvero
Viva anche il cimitero
Dove presto tace la folla
Evviva quell'ultima ultima zolla.

***

Versetti veloci
Color delle noci
Che cadon da sole
Sul bosco alle ultime ore.
Corsetti lubrichi
Colore dei fichi
Che bruciano il mento
Come un sentimento.
La mela alla bocca
I fianchi nei fianchi
Campanule bianche
Un Haiku fallito.

***

Il pettine sperpera luce
Il verso di un mostro cristiano
Ti bacio e ribacio la mano
Che nei suoi raggiri mi cuce.

mercoledì 11 luglio 2012

d'oggi

Tutto nel languore di una favola
gli occhi aperti son molli e brillanti
chiunque mi veda, animula, vagula
Pensa
ch'io sia innamorata della sofferenza.



Foto: F.R.U. Photography & Others

giovedì 5 luglio 2012

Vivo come può vivere una nostalgia

Vivo come può vivere una nostalgia:
Nei tuoi occhi, finché mi cerchi.
Poi sparire nel tuo contorno,
Sottrarre a qualcuno un interrogativo,
Accumularmi con altre pazze storie
Non sono altro, non sono corpo.
Sono una matita, possibile ma cancellabile.
Tutto ciò che vedi quando mi parli
Lo vedi come una sottile vernice.
Dentro c'è solo un grumo di emozioni
Un'angoscia, l'"Io parto" del sole.