sabato 10 dicembre 2016

Marina

C'era un silenzio concentrato, quieto, gastronomico.
Il racconto cominciò a farsi fatato, faceto, comico.
Sentii un battito shakerato, concreto, storico.
Presi il bicchiere collaudato, mansueto, nordico
La guardai tormentato, indiscreto, autarchico
Le diedi un bacio costato, segreto, fonico.
Lei rise sorpresa, statica, china
E tutta la scena inattesa, pratica, vicina
Si risolse in un' accesa, edonistica, sorrentina
Storia d'amore inattesa, lavica, oltrefrontierina,
Contesa, drammatica, mancina,
stesa, atavica, sottomarina.

Buonanotte

Dove vai, mia cara notte,
Quando dico buonanotte?
Buona notte, torna indietro!
Per ridar la buonanotte
A chi incerto, gaio o tetro
Cerca sempre l'indomani.
Per ridarla a chi ha paura
Per chi pensa sia congiura
Che il suo fato spezzi i piani
Che matrigna sia natura.
Buona notte se sei buona
Facci fare un bel pasticcio:
D'augurare per la vita
Come un lampionaio alticcio
Mentre passi indispettita
A portare le briosche
Che, lo sai, non sono cotte;
"Buonanotte, buonanotte!"