mercoledì 14 marzo 2012

Città di vita

Firenze
Filando le assenze
Respiro le tue essenze
Comprate in erboristeria
Quando la tua casa
Che, oh calda e ferroviaria brezza,
Era la mia.
Come una macchia di rosso
Non va quasi via.
Dopo lezioni, anche in piazza
I campanelli che non fanno male
Quei due gradini, e avere il sole in mano.
Parlo quel tuo accento « inutile » e fatale :
L'italiano.

Palermo
Un cedro comprato per strada.
Un frutto pieno di folle succo
Senza noccioli duri
Da lanciare con un calcio.
Solo doni,
Anche la buccia si mangia.

Milano
Ormai
Sogna di prati e distese
Tu sei seduto su una colonna
Guardi Milano marciare
Troppo tardi:
Non la segui già più.
Forse da qualche parte verso la direzione del mare
Vivono ancora Milano sincere
Con una buona stagione teatrale.
Beatrici, dalle distanze ingannatrici
In fondo mi ci sono affezionata
Come a una cicatrice avuta da bambina.
Come quando ancora non c'ero mai stata
E sognavo la maturità vicina.

Parigi
Qui ci sono i miei simili
Passano per strada lanciandomi segnali
E ci si guarda, abbiamo gli occhi uguali
La stessa porpora alle guance
Ci diciamo:
"Parigi!"
E poi bando alle ciance. Camminiamo.
Perché quel nome da amor decadente
Continua a vivere e non rima con niente.

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