martedì 17 luglio 2012

Nuove poesie per nuove dolci condanne

Di vino ne bevo mezz'oncia,
Poi malinconica, sconcia e malconcia
M'assiedo.
Come una forma conica
M'accorgo al sole
Di quella brezza fonica
E spezzo con precisione
Un pezzo di schiacciata all'uva.

Già si è macchiata la carta
Già le parole, cucciole, logore, sole, son rosa.
Mi schiaccia già il sangue la posa
La notte, ridendo, s'abbuia
E' l'una! E' l'uva!
Mi cola sul dito di smalto
Mi sento scolpita in basalto
Mi sento lontana.
Soltanto la carta si è accorta:

La luna in silenzio s'è morta
Nel lago di grilli vestito.
Corteggia una nuvola arcana.


***
Cecilia ed Hermes

Dunque il contagio
Dava uno strano disagio
(Alle madri)
Perché la Cecilia tranquilla
Non le importava dell'herpes
Presa là in mezzo ai cespugli
dall'Hermes.

Vedendo gli strani garbugli
Le madri nemiche integerrime
Dicevan che l'una era troia che
L'altro era scemo
Ma non gli passava la noia.

E dal macellar' Nicodèmo
Erano inver nervosissime.
Quando le madri nemiche
Con sottobraccio i figliuoli
Scorgono occhiate lubriche
Tra i due colpevoli poli
Tirano strette le fiche
Corrono subito fuori.

Io penso a quelle politiche
Che si dan screzi a vicenda
Che malgrado dispute antiche
Portano la stessa benda.
E sotto gli epiteti scaltri
Son fatti gli uni per gli altri.


***

Elogio del vecchio

Viva la vecchiaia!
Viva quel dolce odore
Di morte e quello strano candore
Delle pelli sorte.
Viva il buono dolore
Di chi ha già vissuto
Viva lo sputo
Di mille decenni di fumo
Ed il consumo
Le ossa come il pancarré.
Viva le macchie, colore del tè
Evviva curvarsi.
Viva arrestarsi
E vedersi vecchi davvero
Viva anche il cimitero
Dove presto tace la folla
Evviva quell'ultima ultima zolla.

***

Versetti veloci
Color delle noci
Che cadon da sole
Sul bosco alle ultime ore.
Corsetti lubrichi
Colore dei fichi
Che bruciano il mento
Come un sentimento.
La mela alla bocca
I fianchi nei fianchi
Campanule bianche
Un Haiku fallito.

***

Il pettine sperpera luce
Il verso di un mostro cristiano
Ti bacio e ribacio la mano
Che nei suoi raggiri mi cuce.

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