domenica 29 maggio 2016

In attesa della nave


Torni da una pescata
Il viaggiatore è semplice
Sudato e un po' collerico.
Guarda dal finestrino
Con le labbra semi-aperte
Parla col vicino
Regale baffuto con catena d'oro.
Biascica qualcosa.
Dorme e russa.
Fuori quelli che guidano
Sono fossi rossi di strada,
Dentro i distratti
Abbracciano mute diatribe.
Bah. Tocco la terra e intuisco il grosso teschio del mondo.
Le favole servono ai bambini per rappacificarli col loro senso di giustizia. E' giusto denunciare la violenza. E' giusto strillare. Ben consapevoli che poche volte si verrà ascoltati. Poche volte ci saranno delle braccia fraterne ad accoglierti. Ma gioisci lo stesso, perché da piccolo ti hanno raccontato le favole e tu eri stato avvisato. E nonostante questo il tuo corpo, il tuo lumicino, tutto in te ha voluto essere diverso. Ti sei circondato di persone paradigmatiche, per primi i tuoi genitori, e vivi in questo tuo bosco dei desideri che può sempre nascondere una casa di leccornie letali. Un bosco nel quale sposti i tuoi personaggi e intagli i tuoi arnesi. Tutto come volevi, perché sei diverso e anche se nessuna luce verrà a chiamarti durante la tua ultima ora dirai poco male perché dentro qualcosa, senza rivendicarti, procederà dritto. Quel qualcosa che si chiama soffio o anima qualcosa continuerà a percorrere la tua strada e tu la saluterai con gioia immensa. Ti dirai: c'è sempre stata. E sarà la tua marcia trionfale.

Tu luna

Tu luna
E tu nuvola
Che le corri intorno
Non finirà mai 
Questo attrarre.
E dov'è la nuvola
Che mi umida?
Foglia che ti muovi nell'ombra.
Il tuo fiore ti inebria
Di radici continue.
Dov'è il mio albero,
Perché si nasconde il mio seme
Dove nasce il mio bosco
E dove mi attende
La vita?
Lasciar sempre scoperti
Questi interrogativi
Questo potrebbe essere
L'uomo.
Si fa esperienza d'ogni uscita
Di ogni attimo si fa ricordo
Grasso come la terra e la neve.
Ci si getta tra le spighe dominando 
A piedi nudi il biforcare del caso
Che per un po' sostiene e punge
Poi cede e crolla la tua gonna di steli
Gialli e celesti senza differenza
Tra la tua vista e la tua conoscenza.

Sarà caldo

Sarà caldo quando
Suderanno accordéon le mie braccia,
Sarai stanco per niente,
Gli aerei non lanceranno.
Gli studenti e i lavoratori
Protesteranno
E tu mi bacerai,
M'assorbirai,
Coronerai la tua presa in giro
Al gran caldo.
Tremeranno le tue ginocchia
E io non scriverò.

Ti mando i gelsomini


Per farti ritornare i piedi a terra
Ti mando i gelsomini inscatolati,
Ti basterà scartar la loro serra
Come i miei vestiti stropicciati.
Per ridere ed usmarli basteranno
Le tue narici pigre e fumatrici
E se sbriciolerai non ti condanno
Quei fiori sparsi per i criptoportici
Insieme viaggeremo tra quei resti
E tra i quesiti, che contenteranno
I mici in fondo combattuti e pesti
Che a quel sentor di certo scapperanno.