domenica 3 ottobre 2010

Poesia di Rimbaud
Gustata la sera
come una caramellina
va dappertutto
si posa sulla schiena
cullo la sua ala morta
mentre dormo..
tremando di sogni infiniti.
Poeta del froid d'hiver
della compassione
del gioco in una taverna
sotto il cappotto di uno zingaro
che è sultano del proprio
giocoso e morbido
veleno millefiori.


*


L'ho già gustata e mandata in pezzi
la mia idea di una storia.
Penso che la colpa sia di ciò che mi circonda
o del foglio di carta
e la mia frenesia si fa senza scuse.
Degorgée, sfumata
rattrappita come un alito secco
infetta come un parco vuoto
dalla pioggia scintillante.

*

I piedi sul parquet

I miei piedi sono nudi
crollano sul parquet con una certa forma
Le assi fanno un tremore da nascondiglio segreto
Le orecchie sentono le strade e le stanze
ma non questa stanza,
dove vive soltanto
una riga unica
che segna il pavimento di un teatro.

*

Teatri

Chi bagna i teatri?
Chi fa dell'illustre tendone bluastro
tempesta?
E delle quinte sformate
la scenografia di un titanic pubblico.
Perché pubblici i teatri
amerebbero affogare tutte le persone
olimpiadi di coscienze
in un mesto ricordare
"il secondo tempo sta per cominciare"
Quanto a me, amo essere affogata
Anche se su questo secolo inglorioso.

Sicuramente li bagna
Una come me
che innaffierebbe una scarpa
pur di far fiorire versi.

Siete piovre, miei amici mendicanti
sprezzate gli sbalzi di latitudine
quando si abbassano le luci.
E tutti tacciono.

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