Vorrei tornare a quei paesi piccoli, che in fondo si assomigliano tutti, quelli con un solo negozio dove compri tutto e se non c'è non fa niente, dove se vuoi fare un dolce non si trova del lievito che non sia scaduto, dove gli unici abitanti, ormai nascosti dietro le loro porticine, ma in ogni modo presenti nelle voci del villaggio, se escono è per sedersi di fronte a casa propria, o nella piazza del municipio, per fare quattro chiacchiere. Dove le vie sono strette, impossibile fare manovra, dove i bambini giocano insieme, e dove ci si innamora e ci si lascia sempre tra le stesse persone, dove a Natale c'è il presepe vivente.
Dove ogni piccola cosa, anche un piccolo concertino, è speciale, e porta tutti in piazza. Dove andare in chiesa è bello perché incontri i tuoi amici, e poi finita la funzione si può giocare insieme nella piazza. Dove andare a scuola è bello perché siete in 10 in classe, e la maestra è un'antica donna che mette lo stesso amore nella crescita dei bambini come ne mette nell'accudire il suo orto.
Dove per le feste porti le violacciocche del tuo campo alla maestra. Che abita in cima alla salita.
La mattina ti puoi fermare a osservare l'alba sconfinata fino al mare.
D'inverno prendi un pezzo di cartone e scendi dalla collina innevata, poi con un sorriso rosso risali e ti prepari a una nuova discesa.
Questa è la nostalgia.
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