Sono lì, a quella piccola finestra
E l'aereo non spappola la stella che attraversa
La luna, questa piccola clitemnestra
Ha ucciso la luce suo agamennone
E pulsa adesso come un organo umano inerte.
Nel buio, suo miglior demone
Pascola come gli adepti d'un nuovo credo
Sono lì, (tante volte vedo me che vedo)
Come loro sfilo la processione dei corpi stanchi
E il mio sonno attende un attimo il salto
Di tutti quei passanti immaginari in banchi
Di nebbie adatte a sogni di basalto
Sul primo noctilien che non fa mai troppo tardi.
In alto il sacro cuore, organo anch'esso
Ritira il chiarore lunare e si fa più spesso.
Più reale il suo cranio affusolato
Più reale il turista dal Cristo abbracciato
Che ha smesso di credere e adesso ama soltanto l'arte.
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