martedì 1 novembre 2011

Tu sei lì e ti sbaglio
Sei nel soffio e ti tradisco
Proprio adesso che diventi poesia
Non ti fermo.

Nello specchio sei ancora un po' me
Mi credi lontana, è solo che guardiamo
dalla parte opposta.
Tu sei lì, sento la tua schiena

So che respiri ancora
E mi leggi e mi giudichi
Ma non voglio nemmeno adesso definirti.
Tu mi ascolti e io ti canto.

Mi tieni stretta contro il muro liscio
Condanna dolce sentire ancora il mio corpo.
Non hai gambe strisci come un serpente
Pensavo di averti lasciato indietro, nei ricordi.

Non sei un demone del cuor mio, non lo sei
Intendo solo i tuoi richiami e non i miei
sintomi, di tutto che sbagliato si scolora
Non posso dire chi sei.

Forse sei un istrice che si stende sul mio corpo
Ogni spina è un chiodo o forse
Sono sempre troppo tragica.
Non è semplice ascoltare una nuvola
Che passa.


Una luce corolla il tuo ciglio
Ma il naturalismo è troppo di facile effetto
E la mia mente troppo selvaggia.
Lo so ti ho trascurato
Uomo che non ebbi mai,
Ma friggimi tra le tue braccia
Se hai ancora delle braccia
E se l'olio bollente è meno insopportabile
Dei fiumi di parole.

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